Sculture
Così come sono a mio agio nel lavorare con penne, pennelli, spatole, forbici, taglierino e colori, così sono ben felice di maneggiare carte vetrate, lime, raspe e seghetti per modellare il legno e i metalli come l’alluminio e l’ottone. Questo per ricavarne opere scultoree che sono bassorilievi oppure sono a “Tutto tondo”. Ma spesso la scultura non è ben capita dal pubblico, per cui è difficile che vi si trovi un posto nelle abitazioni mentre per un quadro c’è sempre uno spazio in una parete. Le prime sculture che ho realizzato sono dedicate alla città: due fogli di alluminio inciso con uno scalpello e congiunti ed ecco Pesaro con il mare, poi altre come “La città verticale” che risente, parzialmente di quella bellissima mostra di Arnaldo Pomodoro allestita a Pesaro nel 1971. Con il soggetto della donna ho prodotto delle opere più espressive nel mio modo di vedere il mondo, quindi importanti come “Il bikini”, in ottone, inoltre i bassorilievi in legno e plexiglass trasparente, poi a “A tutto tondo” con le “Gambe numero 14”, le “Vele della memoria”, “I frammenti”, “La Genesi” in legno e “tessuto non tessuto”, “I nuotatori”, “L’Africa” e il “Cerchio grande” costituito da profili divisi con diverse acconciature colorate, sono lavori molto diversi fra loro che pur nell’ambito della figurazione, debbono essere guardate con una speciale attenzione.
Un’altra bella mostra realizzata in questa città, negli anni 70 è stata quella di Ceroli. Questo scultore, validissimo ebanista, mi ha aperto una porta piccola, ma importante: la sue sagome in legno di figure variabili, mi hanno dato la possibilità, in contesti molto diversi, di ricavare dei motivi grafici e scultorei, assemblando fra loro forme femminili uguali o diverse, in positivo oppure in negativo e avere, infine, composizioni valide.