E’ una carrellata visiva il modo più efficace per apprezzare le opere di Clemente Rizzatti alla Sala San Domenico di Pesaro.
Una premessa è necessaria. L’artista si è prefisso un filo conduttore che è pittura e architettura di immagini senza trasformazioni stilistiche, per cui le sue opere hanno assunto anche cadenza tridimensionale, egli ha raggiunto a nostro avviso, la sua propria autonomia.
La materia sembra essere un mezzo subordinato ai fini dell’opera ed egli è riuscito a modellare lo spazio inserendovi la scultura e insistendo sulle insospettate possibilità del concavo da combinare con linee orizzontali.
Le sue geometrie assumono valenza di plastica musicalità e si librano nell’aria in volumi leggerissimi. si è quindi imposto di ritrovare, sempre a nostro avviso, nel vasto repertorio delle forme quelle che più facilmente potevano riassumerle tutte costruendo opere di straordinaria seduzione.
Ecco, allora, che il suo modo di esprimersi privilegia motivi fatti di vibrazioni e volteggi, come respiri materializzati nello spazio. Appare coerente , quindi, che Rizzatti riesca a sviluppare le sue silhouettes avvalendosi, senza alcun artificio, di immagini estremamente semplificate in una sapientissima azione di composizione. Nei suoi motivi, fatti di fantasiosi ed eleganti accoppiamenti di mani, di gambe e di volti, si attua un flusso che sembra mettere in sintonia i diversi elementi che si lasciano apprezzare attraverso una visualizzazione sintetica. Il colore, infine, viene espresso per il suo portato emotivo con un dinamismo di rappresentazione simultaneo della realtà che, attraverso ordinati grovigli, si organizza in forme che costruiscono lo spazio.
Una mostra molto interessante per un pubblico attento.